Ragnar, Rick Grimes, Jon Snow: quando il protagonista è tormentato dai rimorsi e dai fantasmi del passato

Non è una comparazione semplice quella che tentiamo di fare tra i protagonisti di Vikings, The Walking Dead e Game of Thrones, ma abbiamo notato delle similitudini sostanziali che rendono Jon Snow, Ragnar e Rick Grimes complessi e più simili di quanto pensiate.

Vi chiederete da cosa nasca l’accostamento quantomeno bizzarro tra Jon Snow, Rick Grimes e Ragnar Lothbrok, protagonisti di tre capolavori del piccolo schermo. Stiamo infatti parlando di tre serie tv (Game of Thrones, The Walking Dead, Vikings) molto distanti tra di loro in termini di ambientazione, trama, contenuti e genere. Eppure è possibile trovare un filo comune, una stretta connessione che collega il percorso quasi parallelo di tre personaggi molto complessi che sono al centro delle trame dei rispettivi show in cui hanno avuto una crescita costante ed inesorabile e che, almeno per Jon Snow e Rick  Grimes, continuerà.

Ora partiamo dal principio. Tutti e tre i personaggi in questione sono partiti da un vissuto comune e tranquillo; la loro vita procedeva in maniera regolare, in stretta sintonia con il contesto in cui operavano. Rick Grimes era un vice-sceriffo che viveva la sua vita tranquilla in una cittadina nei pressi di Atlanta, aveva una moglie ed un figlio ed in quella piccola comunità era felice ed appagato dalla quotidianità. Possiamo fare il medesimo discorso anche per quanto riguarda Jon Snow. Il bastardo di casa Stark ha trascorso un’infanzia felice e abbastanza spensierata tra i bastioni di Grande Inverno, legando molto con tutti i piccoli fratellastri che dopo la 6×10 di Game of Thrones abbiamo scoperto in realtà essere cugini dato che Jon Snow è in realtà figlio di Lyanna e del principe Rhaegar.

Arriviamo poi a Ragnar, anche il fiero vichingo conduceva in principio una vita serena e appagante con la sua Lagherta e il suo Bjorn in una semplice fattoria della fredda Scandinavia. Tuttavia per tutti e tre i personaggi arriva un momento, una svolta che inizia a segnare in maniera indelebile non solo la vita ma anche il carattere, l’indole e la personalità dei tre. Rick si trova catapultato in una realtà estrema a lui inizialmente aliena, quella post-apocalittica di un mondo sconvolto da un’epidemia-zombie, un mondo corroso e malato in cui non la solidarietà ma la paura della morte regna sovrana e mette spesso gli uomini gli uni contro gli altri in una lotta fratricida.
 

Rick Grimes ha scelto di essere il leader del gruppo di sopravvissuti che sono a suo carico ma essere leader implica rinunce, sacrifici ed azioni al limite del moralmente accettabile. Rick questo lo sa e l’ha accettato ma ogni giorno ne paga le conseguenze. Ha perso l’amata moglie, è stato costretto a uccidere Shane, un uomo che un giorno chiamava fratello, ha visto amici morire e ha dovuto uccidere e compiere tutto quanto riteneva necessario per la sopravvivenza del suo gruppo. Cosa n’è ora di Rick? Basta leggere il suo sguardo che il più delle volte sembra esprimere sofferenza, dolore, pazzia, rabbia, freddezza, apatia.
Il protagonista di Walking Dead ha attraversato nel corso di delle varie stagioni momenti di crisi, al limite della follia a seguito di shock emotivi, di perdite e scelte discutibili che l’hanno inevitabilmente segnato. Se volessimo usare poi il termine fantasmi del passato, nel caso di Rick il tutto è molto azzeccato. Ricordate le visioni ricorrenti sulla moglie Lori morta nella terza stagione? Insomma l’ex vice-sceriffo è diventato l’emblema di come il peso della sofferenza, di dover prendere certe scelte e di dover essere leader, possa segnare profondamente un uomo spingendolo al limite della sopportazione, al confine con la pazzia. E ora spostiamoci a Westeros per analizzare la figura di Jon Snow.