Mark Zuckerberg risponde alle accuse di Trump sul complotto di Facebook e degli altri media contro di lui
28/09/2017 di Andrea Mollica
Mark Zuckerberg ha risposto con un post sul suo profilo Facebook alle accuse rivolte dal presidente degli Stati Uniti contro la sua azienda. In uno degli abituali interventi su Twitter che hanno caratterizzato la sua carriera politica Donald Trump ha rimarcato come Facebook sia stato uno dei principali media ad aver contrastato la sua candidatura alla presidenza degli Stati Uniti.
IL BOTTA E RISPOSTA TRA TRUMP E ZUCKERBERG SULLE ELEZIONI USA
Trump si è spinto a ipotizzare perfino un complotto organizzato da media tradizionali come New York Times e Washington Post insieme a Facebook nella produzione di fake news contro di lui. Una dura accusa probabilmente motivata dalla decisione dell’azienda di Zuckerberg di collaborare all’inchiesta del Congresso americano sulla influenza russa alle presidenziali americane. Facebook ha rivelato che migliaia di inserzioni pubblicitarie sono state comprate da persone o aziende russe per promuovere la candidatura di Trump, fornendo le prove di queste pubblicità alle commissioni di inchiesta parlamentari sul caso. Mark Zuckerberg, che da tempo ha acquisito un profilo sempre più pronunciato nel dibattito pubblico. Il fondatore e Ceo di Facebook ha evidenziato come sia Trump che i progressisti evidenzino che il social media abbia aiutato i loro avversari. Secondo Zuckerberg queste critiche rappresentano una testimonianza di come Facebook sia diventata ciò che ha sempre voluto essere, una piattaforma per tutte le idee. Il fondatore del social media più popolare al mondo ha rimarcato come grazie a Facebook ci sia stato il maggior coinvolgimento della storia in una elezione, con miliardi di interazioni su temi politici che mai sarebbero potuto succedere offline. Il social media è diventato uno dei principali modi con cui gli attori politici organizzano le loro campagne, e 2 milioni di persone si sono iscritte ai registri elettorali grazie a Facebook. Zuckerberg ha chiesto scusa per aver definito folle l’idea che Facebook sia stato determinante per l’esito delle presidenziali, rimarcando però come l’impatto generale sul processo democratico sia stato ben più incisivo.
Foto copertina: El Comercio/GDA via ZUMA Wire