Come la strage di Las Vegas può influenzare il dibattito (e i titoli in borsa) sulle armi

C’è chi pensa che se ognuno, a Las Vegas, avesse avuto con sé un’arma tutto questo non sarebbe accaduto. E c’è chi sostiene che proprio la libera circolazione di armi abbia permesso a una persona, probabilmente affetta da problemi di natura psichiatrica, di acquistare almeno dieci fucili con cui ha ucciso più di 50 persone e ne ha ferite 500.

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LAS VEGAS ARMI, IL DIBATTITO DOPO LA STRAGE

Stephen Paddock, 64 anni, aveva con sé un vero e proprio arsenale. Lo aveva liberamente trasportato e introdotto nella stanza dell’albergo da cui ha sparato. La più grave strage da arma da fuoco della storia degli Stati Uniti avviene proprio durante la presidenza di Donald Trump, uno dei più accaniti sostenitori della legge a favore del possesso delle armi da fuoco.

Tuttavia, sono proprio queste le occasioni che – all’improvviso – fanno ricordare agli americani quanto possa essere pericolosa un’arma da fuoco nelle mani sbagliate. Hillary Clinton, principale avversaria della lobby delle armi, ha immediatamente dichiarato: «Opporsi a chi spinge per mantenere il diritto a possedere una pistola significa lavorare insieme per evitare stragi come questa». Membri del congresso e senatori si stanno affrettando a twittare e a rilasciare dichiarazioni sull’argomento.

LAS VEGAS ARMI, COME LEGGERE LA FALSA RIVENDICAZIONE DELL’ISIS?

Ma queste posizioni, come al solito, risultano divisive per un popolo che, come al solito, rivendica la circolazione di 300 milioni di armi da fuoco all’interno dei propri confini. E che ha quasi esultato quando, con una poco attendibile rivendicazione, l’Isis ha diffuso la notizia che Stephen Paddock era in realtà un soldato dello Stato Islamico.

Il Guns Control, allora, diventa uno spauracchio peggiore del terrorismo di natura islamica. Piuttosto che accettare una stretta sulla vendita di fucili e pistole, il popolo americano preferirebbe attribuire la colpa della strage di Las Vegas a un problema esterno. E invece, l’amara verità, è che i morti al festival del Mandalay Bay Resort and Casino pesano e non poco sulle coscienze dei politici favorevoli alle lobby delle pistole.

LAS VEGAS ARMI, COME HA REAGITO LA BORSA

Intanto, i titoli dei produttori di armi hanno avuto un’impennata a Wall Street, immediatamente dopo il minuto di silenzio per la strage di Las Vegas. Il segno più naviga accompagna cifre comprese tra 3 e 4 percento: il timore che, in seguito al terribile fatto di cronaca, possa esserci una stretta sulla vendita di armi fa reagire in questo modo la borsa. Con buona pace delle vittime di una tranquilla serata di country.

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